” È un ossiacido il cui gruppo carbossilico può dissociarsi in soluzione e liberare un idrogenione (H+). Nell’ambiente endocellulare, a pH fisiologico, l’acido lattico è dissociato per oltre il 99% in due ioni: ione lattato (La-), carico negativamente, e ione idrogeno (H+), carico positivamente. Per questo motivo è più corretto parlare sempre di lattato e ioni idrogeno, piuttosto che di acido lattico. “
Chiaro? Per me NO!!!
Spieghiamo in modo chiaro le funzioni dell’acido lattico durante l’attività fisica.
Il Tessuto Muscolare necessita del Sangue per ottenere l’energia essenziale per le sue funzioni di contrazione e rilassamento. Durante l’esercizio Anaerobico, la fonte principale di energia è il “GLUCOSIO”, mentre nell’esercizio Aerobico sono gli “ACIDI GRASSI”. Questi ultimi, reagendo con l’Ossigeno (O2), producono l’ATP necessario per la contrazione muscolare.
QUANDO SI FORMA L’ACIDO LATTICO?
La massima produzione di ATP (Adenosina Trifosfato) avviene attraverso vie metaboliche aerobiche come la glicolisi-ciclo dell’acido citrico. Se la cellula dispone di un’adeguata quantità di ossigeno, sia il glucosio sia gli acidi grassi possono essere metabolizzati per ottenere ATP attraverso la fosforazione ossidativa. Quando la richiesta di ossigeno supera la disponibilità, il metabolismo del glucosio segue la via anaerobica. E’ proprio in questo contesto di scarsità di ossigeno nella cellula, che il piruvato (che è il prodotto finale della glicolisi) viene convertito in ACIDO LATTICO ed entra nel ciclo dell’acido citrico. Ed è proprio qui che, mentre ci si allena si iniziano a sentire dolori localizzati al muscolo interessato con conseguente perdita di forza, tanto è vero che, in genere, uno sforzo anaerobico non può essere sostenuto per periodi lunghi. Una volta ultimato lo sforzo, il LATTATO in circolo, viene smaltito dal fegato in piruvato e successivamente, di nuovo, in glucosio che il sangue continuerà ad apportare al Tessuto muscolare.
Questa ESTREMA SEMPLIFICAZIONE è servita per far capire, in una decina di righe che la formazione di ACIDO LATTICO è del tutto momentanea e che quest’ultimo viene a formarsi sostanzialmente perché il nostro organismo è come se andasse in emergenza per la mancanza di ossigeno ed infatti, mentre si è intenti in sforzi del genere si tende ad aumentare il ritmo della respirazione, questo perché il nostro corpo richiede sempre più ossigeno, ma nel contempo espelle Anidrite Carbonica (CO2).
In genere, comunque, il nostro corpo riesce a smaltire la presenza di lattato all’interno dell’organismo nelle successive 2 ore a seguito dell’allenamento.
Compreso, dunque, che il “DOLORE DEL GIORNO DOPO” non è causato dall’ACIDO LATTICO, capiamo ora da cos’è dovuto.
VI PRESENTO I D.O.M.S. – Delayed Onset Muscle Soreness
D.O.M.S. – Dolori Muscolari ad Insorgenza Ritardata.
Svelato il mistero dell’ACIDO LATTICO, parliamo ora dei DOMS e cioè dei dolori muscolari ad insorgenza ritardata, i quali, a seguito di una seduta di allenamento molto intensa, a volte, ci accompagnano per i successivi 2-3 giorni. Ma perché ciò accade?
Per rispondere a questa domanda bisogna analizzare cosa, effettivamente causa i DOMS. Proviamo a pensare quando è stata l’ultima volta che abbiamo provato il dolore “gratificante” di questo fenomeno.
A me verrebbe da dire in uno o più di questi casi:
non ci alleniamo da almeno una settimana;
aumentiamo i carichi in maniera non graduale;
proviamo un nuovo allenamento.
Siete d’accordo? Credo di si!!
Bene, ora proviamo a generalizzare esplicitando questi casi e contestualizzandoli, dunque:
non ci alleniamo da almeno una settimana – STIMOLO INFREQUENTE
aumentiamo i carichi in maniera non graduale – INTESITA’ DI CARICO ELEVATA;
proviamo un nuovo allenamento – MOVIMENTO SCONOSCIUTO (sia dal nostro Sistema Nervoso Centrale e sia dal Sistema Muscolare).
D.O.M.S. E STIMOLO INFREQUENTE.
Un esempio di stimolo infrequente può essere il cambio di schema motorio, cioè se siamo seguendo degli allenamenti per la forza come i 5×5 e variamo con degli schemi 4×10 o 3×12, potremmo avere la comparsa dei DOMS a causa dell’aumento di volume dell’esercizio.
Ma allo stesso tempo, se non ci si allena per un determinato periodo di tempo, che può essere più o meno elevato in base alla preparazione atletica del soggetto, quando si andrà ad effettuare un nuovo allenamento (magari anche non molto pesante) è probabile che i DOMS si ripresenteranno, in quanto l’organismo si sarà “disadattato” ad un determinato schema motorio.
D.O.M.S. causati da INTESITÀ DA MANCATO ADATTAMENTO AL CARICO – INTENSITÀ ELEVATA
Oltre all’aumento di Volume (cioè il totale delle rep) anche uno spropositato aumento del carico non graduale potrebbe portare al verificarsi dei DOMS, in quanto, di nuovo, l’organismo è “disadattato” a tale sforzo, sebbene, in questo caso, conosce lo schema motorio molto bene, ma non è abituato a farlo con un determinato carico.
D.O.M.S. causati da MOVIMENTO SCONOSCIUTO
Questo è il caso più frequente.
Quante volte ci è capitato di provare una nuova disciplina e pur essendo molto allenati nella nostra specialità, il giorno dopo è come se ci fosse passato un treno sopra. Questo accade perché effettuiamo dei movimenti “nuovi” sia dal punto di vista muscolare ma soprattutto dal punto di vista nervoso, e cioè il nostro Sistema Nervoso Centrale, in quanto vengono prodotti elettroliti (ioni calcio), radicali liberi, reflusso di enzimi, che vanno a sovraeccitare i nocicettori muscolari. I neuroni così aumentano i segnali dolorifici al cervello.
ECCO SVELATO L’ARCANO!!!
Riguardo i D.O.M.S. c’è però un’altra leggenda da palestra, cioè che questi dolori siano causati da microlesioni presenti sul muscolo a seguito dell’allenamento.
Per contestare tale teoria è sufficiente notare che tali dolori spariscono quando iniziamo ad allenarci. Infatti è vero che l’allenamento causa danni al muscolo, ma è anche vero che l’afflusso di sangue ai muscoli, proprio dell’allenamento, porterà via i cataboliti che sovraccaricano i nocicettori muscolari.
D.O.M.S. E CORRETTO ALLENAMENTO
Anche se il dolore è “gratificante”, i D.O.M.S. non sono affatto correlati a un buon allenamento o alla crescita muscolare!
Un soggetto/atleta cresce solo e soltanto se migliora i parametri allenanti, quali;
VOLUME;
INTENSITA’;
DENSITA’.
ma soprattutto li varia progressivamente, aumentando i carichi ed il volume, diminuendo la densità.
Su tale argomento consiglio la lettura degli articoli:
LA RIGIDITA’ DELLA MENTE E IL BLOCCO DEL CORPO: L’articolo di oggi si tinge completamente di rosa: parleremo infatti… Leggi tutto: AMENORREA IPOTALAMICA
“Il digiuno intermittente, conosciuto anche come “Intermittent fasting“, ha guadagnato notevole popolarità di recente. Questo metodo ha rivoluzionato il modo di pensare, evidenziando che il digiuno, se gestito correttamente, può essere un efficace strumento per la perdita di peso. Inoltre, si è rivelato il protocollo ideale per migliorare l’inflessibilità metabolica. Esaminiamo i dettagli per capire meglio il suo funzionamento e i motivi della sua efficacia.”
DIGIUNO INTERMITTENTE: CHE COS’E’
Il digiuno intermittente comprende un’ampia categoria di strategie alimentari caratterizzate da un periodo di digiuno alternato ad un periodo di alimentazione.
Macroscopicamente, l’Intermittent Fasting si divide in due categorie principali: Intermittent Calories Restriction (ICR) e Time Restricted Feeding (TRF). Senza entrare troppo nei dettagli, l’ICR prevede giorni di digiuno totale o semi-digiuno alternati a giorni di alimentazione “ad libitum” all’interno di un certo periodo, solitamente una settimana. In questo approccio non ci sono limiti di quantità o restrizioni dietetiche particolari. Il TRF, invece, prevede finestre temporali più ristrette per l’alimentazione, alternate a periodi di digiuno all’interno delle 24 ore. Il protocollo più comune consiste in 16 ore di digiuno seguite da 8 ore di alimentazione.
DIGIUNO INTERMITTENTE: BENEFICI METABOLICI
Ma quali sono i benefici del digiuno intermittente?
A prescindere dal tipo di protocollo utilizzato, alla base dell pratiche dell’IF c’è l’idea di “costringere” il metabolismo energetico a shiftare da una condizione in cui le cellule sono fortemente dipendenti dal glucosio,e conseguentemente dall’insulina, ad una in cui diventano rilevanti altri carburanti metabolici, i grassi.
L’essere umano utilizza sempre una miscela di substrati per produrre energia,e determinati tessuti preferiscono un carburante piuttosto che un altro. Proprio per la necessità di dover utilizzare un substrato energetico o l’altro, è importante che l’organismo sia in grado di effettuare lo “shift” tra i diversi carburanti: tale capacità è definita flessibilità metabolica.
Se riuscite a digiunare per diverse ore senza problemi, o se dopo un piccolo pasto in grado di stimolare i maniera rilevante i livelli di insulina non avete effetti collaterali ( sonnolenza, astenia e/o aumento del senso di fame) probabilmente avete una buona flessibilità metabolica.
In caso contrario, è molto probabile che siate metabolicamente inflessibili e che quindi il vostro corpo non è in grado di utilizzare i grassi a scopo energetico
E’ stato ampiamente dimostrato che il digiuno, e quindi anche i protocolli di digiuno intermittente, possono aiutare a migliorare la flessibilità metabolica, ovvero, insegnare al corpo ad utilizzare maggiormente i grassi in determinate situazioni.
Un altro grande vantaggio del digiuno è la possibilità di essere adattato alle esigenze di ognuno: a livello endocrino, la frequenza dei pasti o l’orario in cui questi vengono consumati nell’arco dell giornata, non ha alcuna influenza rilevante. Questo significa che tra il digiunare saltando la colazione o il pranzo o la cena non vi sarà alcuna differenza, scardinando quelle credenze per cui, ad esempio, non bisognerebbe saltare la colazione, considerato è il pasto più importante della giornata: è stato ampiamente dimostrato che la scelta tra il fare e il non fare colazione debba essere esclusivamente basata sulle abitudini e preferenze dell’individuo, in quanto non influenza assolutamente l’aumento o la perdita di massa grassa.
Digiuno Intermittente: BENEFICI SULLA SALUTE
Dal punto di vista della salute in generale, il digiuno sembrerebbe essere associato a :
Diminuzione del grasso e del peso corporeo.
Minor perdita di massa muscolare in una dieta ipocalorica
Diminuzione dei livelli di glucosio nel sangue
Diminuzione dei livelli di insulina e aumento della sensibilità ad essa
Aumento della lipolisi e l’ossidazione dei grassi
Incremento della proteina di disaccoppiamento mitocondriale (aumento del dispendio calorico)
Aumento dei livelli di noradrenalina e adrenalina
Aumento dei livelli del glucagone
Aumento dei livelli del GH
Diminuzione dello stress correlato al cibo
Diminuzione dell’infiammazione sistemica cronica
Autofagia mitocondriale
INTERMITTENT FASTING: cosa devi sapere
Il digiuno intermittente è un programma abbastanza flessibile e permette a chiunque con qualsiasi tipo di alimentazione di seguirlo.
E’ necessario però fare alcune precisazioni.
IL DIGIUNO INTERMITTENTE FUNZIONA SE ALLA BASE C’E’ UN DEFICIT ENERGETICO
Nella descrizione del protocollo di intermitting fasting, molti autori parlando di “iper-alimentazione controllata”, e questo è altamente fuorviante per chi crede che basti digiunare 16 ore per poi potersi ingozzare all’infinito.
Non è infatti il digiuno in sè a favorire il dimagrimento e i benefici metabolici, bensì il vantaggio derivante dal ristretto lasso di tempo in cui è possibile alimentarsi.
Effettuando ad esempio il protocollo 16/8, le 8 ore a disposizione per alimentarsi rendono maggiormente probabile un controllo calorico, anche mangiando ad libitum, che tenderà ad essere sicuramente minore rispetto ad una dieta comune. E non sto dicendo che le calorie non contano per dimagrire, tutt’altro: anche se tecnicamente questo approccio non prevede calcoli o restrizioni particolari, il deficit calorico, in un modo o nell’altro, si instaura.
IL DIGIUNO INTERMITTENTE NON E’ UN PROTOCOLLO ADATTO A TUTTI
In modo particolare il digiuno intermittente è sconsigliato a:
Soggetti con patologie e/o che assumono farmaci, previa consultazione medica
Bambini e adolescenti
Donne in gravidanza/allattamento
Soggetti che soffrono di disturbi del comportamento alimentare
Sopratutto per quanto riguarda il punto 4, è stato recentemente visto che alternare periodi di digiuno a periodi di alimentazione, possa addirittura esacerbare disordini del comportamento alimentare.
DIGIUNO INTERMITTENTE: ATTENZIONE A NON ESTREMIZZARE
Non ragionate con il “tutto o niente”, siate flessibili. Il metodo è sicuramente valido, e idealmente può essere portato avanti tutti i giorni e per lunghi periodi di tempo, ma nessuno vi chiede di essere così estremisti.
Quello che vi consiglio è innanzitutto di procedere per gradi iniziando con 1 giorno a settimana, utilizzando il metodo 16/8 che è il più flessibile, e raggruppando quello che avreste mangiato in una giornata nelle 8 ore concesse.
Una volta che avete preso confidenza con questa nuova abitudine, potreste ripeterla durante la settimana, 2,3, massimo 4 volte a mio parere, a seconda delle vostre esigenze e dei vostri impegni giornalieri.
Non essendo una dieta, ma solo una modalità con cui questa può essere seguita, l’IF può essere applicato a qualsiasi protocollo alimentare; funziona bene per chi non ama fare 5-6 pasti al giorno, o per chi non ha tempo per cucina/preparare i pasti/ lavare i piatti etc.
Funziona molto bene anche per gli sportivi che attuano una ciclizzazione calorica e/o glucidica nell’arco della settimana: in questi casi, i giorni OFF potranno coincidere con le giornate di digiuno intermittente.
DIGIUNO INTERMITTENTE: CONCLUSIONE
Concludo precisando nuovamente che sì, è anche un‘ottima soluzione per chi vuole dimagrire e migliorare la propria flessibilità metabolica, ma solo e soltanto se alla base vi è un deficit calorico.
Ottieni i Risultati che vuoi!
Iniziamo questo viaggio insieme, verso la tua consapevolezza alimentare.
Avere una programmazione su cosa mangiare durante la settimana ha molti vantaggi, scoprili nella mia sessione “Menù SettimanalI”.
Settembre è già dietro l’angolo e io non so come questa estate mi sia potuta sfuggire così.
Ho sempre pensato al mese di Settembre come il mese per “ricominciare”, un po’ come il lunedì. I buoni propositi, dalla dieta, alla palestra, a obiettivi lavorativi, a obiettivi personali.. tutto da settembre. Ci carichiamo di speranze, di motivazione, di voglia di fare.. per poi veder svanire tutto poco dopo.
Siamo abituati a vedere sempre o bianco o nero. Tutto o nulla. Sgarro ogni giorno o sto a dieta tutta la settimana. Vado in palestra 6 volte a settimana o non ci vado affatto.
Perchè non proviamo, almeno per una volta, ad essere più flessibili?
Seguite il mio ragionamento. Ho passato l’estate a rilassarmi e a non pensare alla mia forma fisica. Mi sono goduta i sorrisi, le risate, il buon cibo e la buona compagnia. HO DEDICATO DEL TEMPO A ME STESSA. Questo mi ha portato a mettere su qualche chilo? E va bene così. Tornando alle mie abitudini, al mio lavoro, alla mia routine, quei chili andranno via da soli. Magari prediligerò prodotti freschi a discapito di quelli confezionati, tornerò a nutrire il mio corpo con cibi che mi piacciono ma che so che mi fanno anche bene, sarò più attiva e farò un po’ di movimento in più. Ma non farò di certo sacrifici, non limiterò la mia vita sociale, non dirò NO ad una serata con gli amici solo perchè “E’ Settembre e devo rigare dritto”.
Ricordate che le privazioni portano inevitabilmente a perdere il controllo.
Non dobbiamo rinunciare a nulla: nella giusta misura, possiamo davvero concederci tutto.
E allora, per questo Settembre, regalati la flessibilità!
Non essere severo con te stesso, non privarti di nulla, trova il tuo equilibrio. Ricorda che, se fai quello che hai sempre fatto, otterrai ciò che hai sempre ottenuto.
Per questo Settembre, cambia punto di vista: non caricarti di buoni propositi, cerca di tornare alla normalità senza essere estremista. Guarda cosa ho pensato per il menù di questa settimana, e se ti va, prendi ispirazione per mangiare in maniera sana e bilanciata, senza dover per forza rinunciare a qualcosa!
TABELLA ORGANIZER
LUNEDI’
MARTEDI’
MERCOLEDI’
GIOVEDI’
VENERDI’
SABATO
DOMENICA
Latticini
Legumi
Carne
Pesce
Latticini
Carne Conservata
Pesce
Carne
Pesce
Uova
Legumi
Pesce
Pizza
Uova
Per questa settimana, le frequenze delle fonti proteiche sono le seguenti:
Legumi: 2 volte
Carne bianca: 1 volta
Carne rossa: 1 volta
Carne conservata: 1 volta
Pesce: 4 volte
Uova: 2 volte
Latticini: 2 volte
Come specificato già in precedenza, non utilizzerò grammature, in quanto sono personali e non vi sarebbero di alcun aiuto, essendo adatte a me e al mio stile di vita. Nel menù non è compreso il pane, semplicemente perché varia a seconda di quello che mangio nell’arco della giornata o della verdura che consumo a cena, ma nella maggior parte dei casi è presente, anche se non specificato.
Non dimenticate di andare a seguirmi su Instagram: lì pubblico foto e stories dei pasti della giornata e, quando preparo qualcosa di particolare, delle ricette. Mi piace parlarvi di alimentazione in maniera chiara ma precisa, sottoponendovi a quiz sulle vostre conoscenze alimentari a cui seguono spiegazioni a riguardo. Lì vi rendo anche partecipi anche della mia vita, dei miei allenamenti, e soprattutto delle avventure del mio cane, Kira! Ci faremo delle grosse risate insieme, quindi cosa aspettate? Andate a seguirmi anche lì!
Dieta per la corsa: Introduzione La dieta è fondamentale per le prestazioni di un corridore. Una corretta alimentazione può aumentare l’energia, la resistenza e favorire il recupero. In questo articolo, analizzeremo come un regime alimentare ottimizzato può migliorare la tua corsa, con particolare attenzione ai runners di Isernia. Dieta per la corsa: L’Importanza dei Macronutrienti…
LA RIGIDITA’ DELLA MENTE E IL BLOCCO DEL CORPO: L’articolo di oggi si tinge completamente di rosa: parleremo infatti di ciclo mestruale e benessere psicofisico, e di come come questi due fattori si influenzano reciprocamente, determinando a volte meccanismi disfunzionali che si riflettono sulla capacità riproduttiva della donna e che prendono il nome di AMENORREA.…
Cos’è l’ipertrofia muscolare? L’espressione di forza è data da diversi fattori: tra questi, la dimensione del muscolo apporta circa un 30% alla prestazione. L’aumento del volume muscolare è la tanto ricercata e bramata ipertrofia. Abbiamo visto nell’articolo Ipertrofia: I magnifici tre quali sono le basi teoriche e i meccanismi che sono le fondamenta dello sviluppo…
5 idee per una pausa pranzo veloce, sana e facile da preparare Un pranzo nutriente e ben equilibrato può rappresentare la chiave per trasformare una giornata ordinaria in una straordinariamente produttiva, evitando i cali di energia. Se sei alla ricerca di qualche suggerimento su cosa preparare e portare in ufficio, sei nel posto giusto! Qui…
Ultima settimana di agosto, ultimi giorni di mare, ultimi aperitivi in spiaggia e gelati dopo cena.. lo so a cosa state pensando: a come rimettervi in forma dopo le vacanze! Aperitivi, cene con gli amici, grigliate, fritture di pesce, pizze, e chi più ne ha più ne metta: in vacanza si sa, tutto è concesso; ma al rientro in città, con la ripresa dei normali ritmi quotidiani, è importante tornare a darsi delle regole, fosse anche solamente per sentirsi meglio.
Detto questo, non serve assolutamente fare troppe rinunce: per tornare in forma sono sufficienti alcuni gesti semplici, come una dieta sana ed equilibrata e il giusto movimento.
Lasciate stare diete detox, depurative o digiuni vari: il segreto per tornare in forma è quello di riprendere in mano la situazione e tornare alla normalità. Senza sacrifici estremi. Non ne avete bisogno.
Tutto ciò di cui necessitate è equilibrio, costanza e consapevolezza. Non esistono formule magiche: esistono le buone abitudini e la perseveranza! E guai a cadere nel tranello del sacrificio e della privazione: per stare bene, per essere in forma, non c’è bisogno di sacrificio.
“Il benessere è un’equazione: non devi mangiarti tutta la torta, ma puoi averne un pezzetto. Non privarti di niente.“
Menù settimanele: TABELLA ORGANIZER
LUNEDI’
MARTEDI’
MERCOLEDI’
GIOVEDI’
VENERDI’
SABATO
DOMENICA
Legumi
Uova
Latticini
Pesce conservato
Carne
Uova
Pesce
Pesce
Carne
Pesce
Carne
Legumi
Pizza
Carne conservata
Per questa settimana, le frequenze delle fonti proteiche sono le seguenti:
Legumi: 2 volte
Carne bianca: 2 volte
Carne rossa: 1 volta
Carne conservata: 1 volta
Pesce: 3 volte
Pesce conservato: 1 volta
Uova: 2 volte
Latticini: 1 volte
Come specificato già in precedenza, non utilizzerò grammature, in quanto sono personali e non vi sarebbero di alcun aiuto, essendo adatte a me e al mio stile di vita. Nel menù non è compreso il pane, semplicemente perché varia a seconda di quello che mangio nell’arco della giornata o della verdura che consumo a cena, ma nella maggior parte dei casi è presente, anche se non specificato.
Non dimenticate di andare a seguirmi su Instagram: lì pubblico foto e stories dei pasti della giornata e, quando preparo qualcosa di particolare, delle ricette. Mi piace parlarvi di alimentazione in maniera chiara ma precisa, sottoponendovi a quiz sulle vostre conoscenze alimentari a cui seguono spiegazioni a riguardo. Lì vi rendo anche partecipi anche della mia vita, dei miei allenamenti, e soprattutto delle avventure del mio cane, Kira! Ci faremo delle grosse risate insieme, quindi cosa aspettate? Andate a seguirmi anche lì!
Dieta personalizzata: i professionisti che posso aiutarti
Se sai cercando una dieta personalizzata, devi accertarti di rivolgerti al professionista giusto. Solo alcune figure professionali posso redigere e prescrivere piani alimentari.
La scelta della giusta figura professionale per l’elaborazione di una dieta personalizzata è cruciale per ottenere risultati efficaci e sicuri. Ecco una panoramica delle tre figure professionali autorizzate a stendere piani dietetici: il Dietologo, il Dietista e il Biologo Nutrizionista.
Chi può prescrivere una dieta personalizzata?
Dietologo: Chi è e cosa fa
Il dietologo è un medico specializzato in Scienze dell’Alimentazione. È l’unico tra le tre figure che può fare diagnosi, prescrivere piani dietetici e farmaci. Può operare sia in ambito ospedaliero che privato, evidenziando e certificando patologie che richiedono un piano alimentare personalizzato.
Biologo Nutrizionista: Chi è e cosa fa
Il biologo nutrizionista ha una laurea in Biologia e può elaborare diete in autonomia per condizioni fisiologiche. Se il paziente ha una patologia, deve essere inviato a un medico per la diagnosi prima di poter elaborare un piano dietetico. Non può prescrivere diete per condizioni patologiche senza una prescrizione medica.
Dietista: Chi è e cosa fa
Il dietista è un professionista sanitario laureato in Dietistica. Può elaborare piani dietetici terapeutici su prescrizione medica e si occupa di promuovere e curare l’alimentazione in situazioni fisiologiche e patologiche. Non può prescrivere farmaci o fare diagnosi.
E’ definito legalmente come «l’operatore sanitario competente per tutte le attività finalizzate alla corretta applicazione dell’alimentazione e della nutrizione, compresi gli aspetti educativi e di collaborazione all’attuazione delle politiche alimentari» (Decreto Ministeriale 14/09/1994) . Il dietista è in pratica un professionista specializzato, che si occupa di promuovere e curare l’alimentazione e la nutrizione in situazioni fisiologiche e patologiche: dall’elaborazione di piani dietetici terapeutici personalizzati (su prescrizione medica attestante la diagnosi) alla stesura di menù per gruppi di sani o malati (ristorazione collettiva per mense e comunità) fino alla progettazione e alla realizzazione di attività didattiche, educative e informative. E’ inoltre la figura professionale di riferimento nella cura multidisciplinare dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Non essendo un medico, non può prescrivere farmaci o fare diagnosi.
Dal 1 luglio del 2018, è obbligatoria per il dietista l’iscrizione all’Albo per l’esercizio della professione.
Dieta personalizzata: Quale figura scegliere?
Dietologo: La scelta più completa per chi necessita di diagnosi e prescrizioni mediche.
Dietista: Specializzato in alimentazione, ideale per chi cerca un approccio educativo e terapeutico.
Biologo Nutrizionista: Adatto per condizioni fisiologiche, con la possibilità di specializzarsi ulteriormente in Scienze dell’Alimentazione.
Sicuramente, tra le tre quella del DIETOLOGO è la più completa, in quanto trattasi di un medico e per questo autorizzato ad operare autonomamente sia per la diagnosi che per l’elaborazione del piano dietetico.
Tuttavia, la figura del Dietista è quella che, dal punto di vista del percorso di studi, risulta la più specializzata in ambito di alimentazione: è infatti tra le tre l’unica che ha alle spalle un percorso formativo che prevede l’acquisizione di una buona conoscenza delle discipline teoriche essenziali, i fondamenti delle discipline caratterizzanti la professione e i concetti fondamentali della chimica degli alimenti, microbiologia, igiene applicata, alimentazione e nutrizione umana, fisiopatologia della nutrizione, dietetica e dietoterapia, nonchè l’approfondimento della psicologia e dei disturbi del comportamento alimentare.
Basandoci sul mero percorso formativo, il Biologo Nutrizionista può risultare il meno “ferrato”, ma molto dipende dalle scelte personali di specializzarsi ed aggiornarsi in ambito alimentare. Conosco infatti personalmente biologi nutrizionisti molto più più preparati e aggiornati di numerosi dietologi e dietisti. E’ proprio questo ultimo punto a fare la differenza : non tanto il poter elaborare o meno una dieta, ma quanto il SAPERLO FARE.
Dieta personalizzata: Consigli per la scelta
La professionalità non dipende solo dal titolo, ma anche dalla passione, dall’aggiornamento continuo e dalla capacità di personalizzare il piano dietetico. Informatevi sul modo di lavorare del professionista, sulle esperienze di altri pazienti e sulle sue capacità empatiche e comunicative. Una dieta efficace deve essere cucita su misura per voi.
Dieta personalizzata: conclusioni
Se cerchi una dieta personalizzata, in conclusione, hai bisogno di un Professionista che, indipendentemente da uno dei titoli che ti ho descritto, abbia passione, e volontà di conoscere e sperimentare.
Quindi, nella scelta della persona giusta alla quale affidarsi per una dieta personalizzata, il mio consiglio è:
dai sempre un occhio al titolo professionale ( ricordiamoci che l’abuso professionale è sempre dietro l’angolo), ma soprattutto informati sul suo modo di lavorare, sulle esperienze di altri pazienti, sulle capacità empatiche e comunicative del professionista.
La differenza la fanno le conoscenze e le capacità di approcciarsi al cliente, nonchè l’elasicità e la capacità di adattare un piano dietetico al singolo soggetto. Diffida di chi non cerca di conoscerti e di scoprire le tue abitudini: una dieta, prima di essere efficace, deve essere personalizzata, cucita su di voi. Il “poter fare” è diverso dal “saper fare”: un titolo non da la professionalità
Ricorda: il “poter fare” è diverso dal “saper fare”. Un titolo non garantisce la professionalità, ma la dedizione e la competenza sì.
Dieta per la corsa: Introduzione La dieta è fondamentale per le prestazioni di un corridore. Una corretta alimentazione può aumentare l’energia, la resistenza e favorire il recupero. In questo articolo, analizzeremo come un regime alimentare ottimizzato può migliorare la tua corsa, con particolare attenzione ai runners di Isernia. Dieta per la corsa: L’Importanza dei Macronutrienti…
LA RIGIDITA’ DELLA MENTE E IL BLOCCO DEL CORPO: L’articolo di oggi si tinge completamente di rosa: parleremo infatti di ciclo mestruale e benessere psicofisico, e di come come questi due fattori si influenzano reciprocamente, determinando a volte meccanismi disfunzionali che si riflettono sulla capacità riproduttiva della donna e che prendono il nome di AMENORREA.…
Cos’è l’ipertrofia muscolare? L’espressione di forza è data da diversi fattori: tra questi, la dimensione del muscolo apporta circa un 30% alla prestazione. L’aumento del volume muscolare è la tanto ricercata e bramata ipertrofia. Abbiamo visto nell’articolo Ipertrofia: I magnifici tre quali sono le basi teoriche e i meccanismi che sono le fondamenta dello sviluppo…
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