Set Point e Settling Point: Regolazione del peso corporeo:
Negli anni la ricerca scientifica ha approfondito e cercato di comprendere le dinamiche alla base della regolazione del peso corporeo, per questo oggi parliamo di SET POINT.
In generale si tende a pensare che i cambiamenti di peso e, più precisamente, di massa grassa, dipendano semplicemente dalle abitudini della persona, dall’alimentazione, dall’allenamento e dallo stile di vita.
Quello che siamo oggi è il risultato delle nostri abitudini fino a questo momento, come dire ” chi nasce tondo non può morire quadrato”.. se sei sempre stato in sovrappeso, non riuscirai mai a dimagrire.
Ma è davvero così? Scopriamolo insieme!
Dietista e Nutrizionista Valentina Rossi
I MECCANISMI ALLA BASE DELLA REGOLAZIONE DEL PESO CORPOREO
La maggior parte dei sistemi del corpo è finemente regolata: il nostro corpo tende sempre a mantenere un equilibrio costante per mantenersi in salute, e tende a “settare” dei range entro i quali, in un modo o nell’altro, tende sempre a rientrare ogni volta che ci si discosta da essi.
Negli anni, sempre più studi scientifici hanno dimostrato che ad essere regolata è anche la quantità di grasso corporeo
I principali modelli proposti dalla comunità scientifica per spiegare tali meccanismi sono essenzialmente due: quello del Set Point e quello del Settling Point.
SET POINT
Il Set Point è un range di grasso corporeo in cui tutti i processi fisiologici del corpo sono in perfetta efficienza e salute. Questo valore è fissato in una zona del cervello chiamato ipotalamo ed è determinato geneticamente, ma anche fortemente influenzato dalla storia metabolica di una persona.
Questo range dipende già dalle abitudini alimentari della madre durante la gravidanza: un’alimentazione in eccesso o in difetto durante la gestazione aumenta la predisposizione del nascituro al sovrappeso.
Anche il periodo immediatamente post nascita è fondamentale: è proprio in questa fase, in particolare fino agli 8-10 anni, che avviene la cosiddetta Iperplasia adipocitaria, ossia l’aumento IRREVERSIBILE del numero delle cellule adipocitarie, che potranno in futuro solamente “svuotarsi”, ma non ridursi di numero.
Un maggiore numero di adipociti è correlato a set point più alti
Questo è uno dei motivi principali per cui chi ha un passato di sovrappeso o obesità da bambino è molto più propenso a mantenersi più grasso anche da adulto, e nonostante dieta e allenamento, tenderà ad avere molte più difficoltà a perdere grasso e soprattutto poi a mantenerlo più basso.
Questo accade perchè quando il grasso corporeo si discosta dal range che il cervello reputa ideale, ovvero il set point, il corpo mette in atto dei meccanismi compensatori che agiscono principalmente su:
aumento o diminuzione della fame
aumento o diminuzione dell’attività fisica spontanea non sportiva inconscia (NEAT)
aumento o diminuzione dell’efficienza metabolica (quantità di calorie dissipate ad esempio in calore)
aumento o diminuzione dell’efficienza muscolare (quantità di calorie bruciate per svolgere un determinato compito o esercizio fisico)
In pratica, possiamo dire che :
quando si è sotto il set point il corpo tende ad aumentare la fame, diminuire l’attività fisica e le calorie necessarie a svolgerla (maggiore efficienza) e quindi a cercare di assumere più calorie e bruciano meno
quando si è sopra il set point il corpo tende ad abbassare la fame, aumentare l’attività fisica e le energie dissipate (minore efficienza) e quindi a cercare di diminuire le calorie in entrata ed aumentare quelle in uscita
“Non rimandare il tuo benessere: prenota oggi la tua visita e inizia a prenderti cura di te stesso!”
Il Set point NON SI MODIFICA durante la vita di un soggetto adulto, a causa del numero costante degli adipociti e delle alterazioni ormonali che hanno impostato questo valore nell’ipotalamo.
Tutto ciò è alla base di uno dei grandi problemi dell’epidemia di obesità : non tanto perdere peso, ma mantenere un peso più basso per tutta la vita.
SETTLING POINT
Non tutti gli scienziati sono d’accordo con l’idea di un set point rigido, e preferiscono pensare in termini di Settling Point, un modello in cui il range del Set Point viene sommato a tutte le componenti dello stile vita (allenamento, alimentazione, stile di vita quotidiano etc) facendo si che il corpo si assesti su di una determinata composizione corporea e quantità di grasso trovando un suo equilibrio.
In effetti questo sembra essere il modello più vicino alla realtà delle cose: se ci pensiamo bene, la gente non continua a guadagnare peso a tempo indeterminato, ma piuttosto, in base ai fattori ambientali basati sullo stile di vita e alla loro interazione con la genetica, si guadagna una certa quantità di peso (grasso) fino a stabilizzarsi intorno ad un nuovo peso corporeo (plateau del peso).
E’ proprio su questo che si può “giocare”: se il Set Point non si abbassa mai, ovvero sotto una determinata quantità di grasso corporeo iniziano tutti gli adattamenti negativi di cui sopra, è possibile trovare un proprio equilibrio tra abitudini alimentari, attività fisica e stile di vita ( il Settling Point) per cui è possibile entro un certo limite mitigare questi adattamenti. Solitamente cioè avviene avendo un buon introito calorico ma anche un ottimo consumo energetico ed un ottimo metabolismo, ottenuti tramite costante allenamento e buone abitudini alimentari che diventano parte integrante della vita del soggetto e non più vissute come fasi a termine o restrizioni e sacrifici.
“Non rimandare il tuo benessere: prenota oggi la tua visita e inizia a prenderti cura di te stesso!”
Come abbiamo visto, la regolazione del peso corporeo è altamente influenzata dalla genetica, dal passato metabolico e dal peso tenuto in infanzia e pubertà, nonchè dall’alimentazione e andamento del peso della madre in gravidanza.
Soggetti con un set point più alto, ovvero persone che naturalmente tendono ad avere percentuali di grasso più alte, devono comprendere ed accettare la loro condizione in modo da poter applicare le migliori strategia.
La cosa migliore da fare , è rendere l’allenamento e la giusta alimentazione uno stile di vita perenne da mantenere per tutta la vita, tenendo bene a mente che gli adipociti muoiono e rinascono, si svuotano e si riempiono, e sono le nostre abitudini alimentari e sportive che nel LUNGO PERIODO inclinano gli equilibri del corpo.
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Perchè ingrassiamo? Perchè dimagriamo? Da cosa dipendono le variazioni del nostro peso corporeo? E’ solo una questione di calorie in entrata e calorie in uscita, o i fattori da prendere in considerazione sono anche altri?
In questo articolo, parleremo di bilancio energetico e di regolazione del peso corporeo.
Dietista e Nutrizionista Valentina Rossi
IL BILANCIO ENERGETICO
Su cosa si basa la regolazione del peso corporeo?
Immaginate una bilancia, di quelle con due piatti, uno a destra e uno a sinistra: sui due piatti poggiamo due macro-fattori, un input che è l’assunzione di energia, e un output che è l’energia in uscita, cioè il dispendio energetico. Questi due macro-fattori, interagendo tra loro portano alla modificazione del peso corporeo.
In che modo il modello del bilancio energetico predice le
variazioni del peso e delle masse corporee?
Semplicemente, quando l’energia in entrata (l’assunzione di energia) è maggiore dell’energia in uscita (dispendio energetico), abbiamo inevitabilmente un aumento del peso corporeo, mentre quando l’energia in uscita è maggiore dell’energia in entrata, abbiamo un deficit energetico e quindi inevitabilmente una riduzione del peso e delle masse corporee.
Questo è il modello semplice del bilancio energetico, che prende in considerazione, come abbiamo visto, solamente due fattori.
Il modello semplice del bilancio energetico può essere a sua volta complicato, scomponendo i due macro-fattori e arricchendoli ulteriormente.
L’energia in entrata rappresenta l’assunzione di energia ed è costituita dall’assunzione di nutrienti attraverso la dieta. Noi, mangiando, stiamo ingerendo dei nutrienti contenuti negli alimenti che siamo in grado di digerire, assorbire e metabolizzare per ottenere in qualche modo energia. Parliamo in questo caso di proteine, carboidrati e lipidi.
Per quanto riguarda l’energia in uscita, il dispendio energetico è rappresentato da varie componenti:
Il metabolismo basale a riposo (BMR) che non è altro che il dispendio energetico necessario alle nostre cellule e quindi al nostro organismo per poter esplicare le funzioni vitali (battito cardiaco, respiro ecc.).
La termogenesi indotta dalla dieta, che non è altro che l’energia che noi spendiamo per poter digerire, assorbire e metabolizzare i nutrienti.
Il dispendio energetico da attività fisica quotidiana (NEAT), ossia le attività lavorative o più semplicemente le varie azioni che compiamo quotidianamente come l’alzarsi dal letto, il camminare, scendere le scale, fare i servizi di casa, lavarsi e via dicendo.
E il dispendio energetico da attività sportiva, con il quale intendiamo quella spesa energetica necessaria a soggetti particolarmente attivi, sportivi, per l’allenamento e per sostenere gare e competizioni sportive.
Ognuna di queste componenti andrà ad influenzare in vario
modo il nostro dispendio energetico, e in particolare:
Il metabolismo basale rappresenta circa il 60% del TDEE.
Il dispendio energetico da attività fisica incide per circa il 30% del TDEE.
La termogenesi indotta dalla dieta comporta un 10% del TDEE
Ognuna di queste variabili viene calcolata, o meglio, stimata attraverso delle formule e, tenendo conto di tutti questi fattori, si stima il fabbisogno energetico totale di un soggetto. Che ce ne facciamo di questo numero? Quel numero rappresenta il numero di calorie che, in teoria, il soggetto “brucia” quotidianamente.
Quindi sempre in teoria, se il nostro soggetto che chiameremo
Beniamino volesse dimagrire, basterebbe sottrarre a quel numeretto un certo
numero di calorie e, come per magia, il soggetto inizia a dimagrire. E visse
felice e contento.
MAGARI FOSSE COSI’ SEMPLICE.
Se vuoi una mano a raggiungere il tuo peso corporeo
La verità è che la stima del fabbisogno energetico non è
affatto così semplice. Anche la famosa bioimpedenziometria, tanto bramata e
tanto diffusa negli studi dei più famosi nutrizionisti, ci da una stima e
nemmeno troppo accurata del fabbisogno. Sta al professionista tenerne conto, e
cercare la giusta maniera per prendere sì in considerazione quel numero, ma
adattarlo alla singola persona nella maniera migliore possibile.
Fatta questa breve panoramica su quello che è il bilancio energetico, torniamo al nostro amico Beniamino che ha deciso di perdere peso. Teniamo conto di tutti i parametri di cui abbiamo parlato, gli stiliamo una bella dieta e lui, da bravo, si mette e la segue.
Passa 1 anno, diciamo che ha perso 10 kg.. e ad un certo
punto, si blocca. Nonostante la dieta, nonostante i pochi sgarri, Beniamino non
perde più un etto. Che cosa è successo?
Semplicemente Beniamino non perde più peso perché, come ogni singola cosa del nostro corpo, anche il peso corporeo è regolato. Ovvero, il nostro organismo ha dei meccanismi per cercare di mantenere più o meno costante un certo peso corporeo.
Cerchiamo di capire meglio su cosa si basa la regolazione del peso corporeo.
Se vuoi una mano a raggiungere il tuo peso corporeo
Più di 50 anni fa un gruppo di ricercatori elaborarono un modello, il cosiddetto modello lipostatico del grasso corporeo o modello del set point che cercava di descrivere in che modo l’organismo mantenesse costante nel tempo un certo peso corporeo.
In questo modello i ricercatori ipotizzavano che il grasso
corporeo invia continuamente un certo segnale (che poi successivamente fu
identificato con l’ormone leptina) che raggiungeva l’ipotalamo.
L’ipotalamo è una struttura particolarmente importante e
complessa del Sistema Nervoso Centrale (SNC) che ha il ruolo di regolare un po’
tutti i meccanismi omeostatici. Per cui la regolazione della temperatura
corporea, della volemia, del bilancio idroelettrolitico e anche del peso corporeo,
passa sempre da questa importante struttura del SNC.
Questo segnale, giunto all’ipotalamo, viene paragonato ad un
valore predefinito, ovvero a un “set point”.
Dovete immaginare un termostato impostato ad una certa
temperatura. Se il segnale inviato dal tessuto adiposo coincide più o meno con
il set point registrato a livello ipotalamico allora il peso corporeo rientra
nei parametri e valori predefiniti, e non c’è bisogno di particolari
adattamenti e inter-venti metabolici ed endocrini per ristabilire l’equilibrio
(perché questo equilibrio è già presente).
Ma se, invece, il grasso corporeo invia un segnale che poi
risulta essere maggiore al set point ipotalamico (quindi non coincide), all-ra
l’ipotalamo, accorgendosi che abbiamo un grasso corporeo troppo elevato,metterà
in moto una serie di adattamenti sia metabolici sia comportamentali che hanno
il fine di ristabilire il peso corporeo secondo il set point. Quindi, in questo
specifico caso, gli adattamenti dovrebbero essere finalizzati a ridurre l’assunzione
calorica (riduzione della fame e aumento sazietà) e ad aumentare il dispendio
energetico (aumento dell’attività fisica e del movimento in generale),
stabilendo così un deficit energetico e riportando il peso corporeo ad un punto
di equi-librio attraverso una certa perdita di peso.
Nell’ultimo contesto, che poi in realtà è quello che
tipicamente si presenta e osserviamo quando una persona si mette a dieta,
descrive una situazione in cui il grasso corporeo è basso, invia quindi un
segnale che una volta comparato con il set point a livello ipotalamico non
coincide, perché è più basso.
Allora l’ipotalamo, comprendendo che è necessario ristabilire il peso corporeo (bloccare e arrestare la perdita di peso e anzi tentare di riacquistare un certo livello di grasso corporeo), si adatterà aumentando l’assunzione calorica (attraverso l’aumento della fame) e riducendo il dispendio energetico. Questo attraverso la riduzione dei livelli di attività fi-sica in funzione di una progressiva sensazione di astenia, spossatezza, fatica, “depressione” e via dicendo.
Dietista e Nutrizionista Valentina Rossi
Il Set Point non è altro che un range di grasso corporeo in cui tutti i processi fisiologici del corpo sono in perfetta efficienza e salute. Questo valore è determinato geneticamente, ma anche fortemente influenzato dalla storia metabolica di una persona.
Questo range dipende già dalle abitudini alimentari della
madre durante la gravidanza: un’alimentazione in eccesso o in difetto durante
la gestazione aumenta la predisposizione del nascituro al sovrappeso.
Anche il periodo immediatamente post nascita è fondamentale:
è proprio in questa fase, in particolare fino agli 8-10 anni, che avviene la
cosiddetta Iperplasia adipocitaria, ossia l’aumento IRREVERSIBILE del
numero delle cellule adipocitarie, che potranno in futuro solamente
“svuotarsi”, ma non ridursi di numero.
Un maggiore numero di adipociti è correlato a set point
più alti, e questo è uno dei motivi principali per cui chi ha un passato di
sovrappeso o obesità da bambino è molto più propenso a mantenersi più grasso
anche da adulto, e nonostante dieta e allenamento, tenderà ad avere molte più
difficoltà a perdere grasso e soprattutto poi a mantenerlo più basso.
Come possiamo capire qual è il set point di un soggetto? Purtroppo non possiamo. In genere, è il peso corporeo che manteniamo più facilmente durante la nostra vita.
Dal punto di vista empirico, guardando la realtà dei fatti,
noi notiamo molto poco spesso la situazione in cui un obeso che in virtù della
sua elevata massa grassa viene sottoposto ad una serie di adattamenti che lo
portano “automaticamente” a dimagrire.
Le motivazioni per cui succede questo sono solo ipotizzate,
e sono diverse.
“È vero che il
principale segnale inviato dal tessuto adiposo all’ipotalamo (secondo il
modello del set point) è la leptina, ma è la riduzione dei livelli di leptina
il segnale che arriva all’ipotalamo, e non l’elevazione che si osserva quando
aumentiamo di massa grassa”.
In poche parole, il sistema della leptina si è evoluto per
difendere l’organismo dai periodi di carestia e di in-disponibilità di cibo e
non per far fronte al fenomeno dell’obesità.
Tutto ciò ha senso anche per la biologia dell’evoluzione, perché sappiamo bene che l’uomo, nella sua storia, ha dovuto far fronte più volte a periodi di carestia e carenza di cibo e mai ha dovuto preoccuparsi di un eccesso di cibo e di un ambiente che promuove l’abbondanza. Quindi, in parole semplici, il nostro organismo è settato per proteggerci da un’eventuale carestia e poco tollera la perdita di peso, proprio perché rappresenta una situazione di allarme, di pericolo. Ci rendiamo conto che, nelle condizioni ambientali in cui ci troviamo a vivere oggi, questo modo di agire del nostro corpo non ci aiuta affatto, ed è la spiegazione scientifica per cui è molto facile ingrassare e tanto difficile dimagrire e soprattutto mantenere il peso.
Se vuoi una mano a raggiungere il tuo peso corporeo
Non tutti gli scienziati sono d’accordo con l’idea di un set
point rigido, e preferiscono pensare in termini di Settling Point, un
modello in cui il range del Set Point viene sommato a tutte le componenti dello
stile vita (allenamento, alimentazione, stile di vita quotidiano etc)
facendo si che il corpo si assesti su di una determinata composizione corporea
e quantità di grasso trovando un suo equilibrio.
E’ proprio su questo che si può “giocare”: se il Set Point non si abbassa mai, ovvero sotto una determinata quantità di grasso corporeo iniziano tutti gli adattamenti negativi di cui sopra, è possibile trovare un proprio equilibrio tra abitudini alimentari, attività fisica e stile di vita ( il Settling Point) per cui è possibile entro un certo limite mitigare questi adattamenti. Solitamente ciò avviene avendo un buon introito calorico ma anche un ottimo consumo energetico ed un ottimo metabolismo, ottenuti tramite costante allenamento e buone abitudini alimentari che diventano parte integrante della vita del soggetto e non più vissute come fasi a termine o restrizioni e sacrifici.
REGOLAZIONE DEL PESO CORPOREO: CONCLUSIONI
Come abbiamo visto, la regolazione del peso corporeo è qualcosa
di estremamente complesso, e ne sappiamo ancora poco a riguardo!
Soggetti con un set point più alto, ovvero persone che
naturalmente tendono ad avere percentuali di grasso più alte, devono
comprendere ed accettare la loro condizione in modo da poter applicare le
migliori strategie. Questo significa prendersi del tempo per effettuare piccoli
e costanti cambiamenti al proprio stile di vita.
La cosa migliore da fare , è rendere l’allenamento e la
giusta alimentazione uno stile di vita perenne da mantenere per tutta la vita,
tenendo bene a mente che sono le nostre abitudini alimentari e sportive che nel
LUNGO PERIODO inclinano gli equilibri del corpo.
Ottieni i Risultati che vuoi!
Iniziamo questo viaggio insieme, verso la tua consapevolezza alimentare.
Dieta per la corsa: Introduzione La dieta è fondamentale per le prestazioni di un corridore. Una corretta alimentazione può aumentare l’energia, la resistenza e favorire il recupero. In questo articolo, analizzeremo come un regime alimentare ottimizzato può migliorare la tua corsa, con particolare attenzione ai runners di Isernia. Dieta per la corsa: L’Importanza dei Macronutrienti…
Intolleranza alimentari vs Allergie Anche se spesso si tende a confonderle, allergie e intolleranze alimentari appartengono a due mondi completamente diversi. La maggior parte delle persone non ha un’idea chiara a riguardo, perchè a volte possono riguardare gli stessi alimenti e, ancor di più, si è creato tutto un business a riguardo che confonde ancor…
Benefici nella Dieta: Scopri perché è un’Esclusiva per la Salute L’olio di oliva rappresenta una delle componenti fondamentali della dieta mediterranea, che è ampiamente riconosciuta a livello globale per i suoi numerosi vantaggi per la salute. 1 In particolare l’extra vergine, è ricco di antiossidanti e acidi grassi monoinsaturi, che contribuiscono a migliorare il benessere…
Il binomio donna-palestra è ancora oggi molto controverso. Nonostante di sana informazione ce ne sia abbastanza e, seppur lentamente, stiano avvenendo dei cambiamenti a riguardo, mi ritrovo spesso a scontrarmi con persone del mio stesso sesso quando viene affrontato l’argomento delle donne in sala pesi. Eppure, l’allenamento al femminile non è molto diverso da quello…